Capoluogo di provincia più meridionale d’Italia, Ragusa lega le sue vicende a due importanti fattori: il primo è il violento terremoto del 1963, l’altro è il particolare rapporto con il suo territorio che la rendono un’eccezione nel suolo siciliano.
Proprio il terremoto ha dato alla città il particolare assetto che ha oggi. La ricostruzione infatti ha diviso il nucleo abitato in due grandi quartieri: da una parte Ragusa superiore o Ragusa supra, situata sull’altopiano, dall’altra Ragusa Ibla o Ragusa iusu, sorta sulle rovine dell’antica città e riedificata su se stessa secondo l’antico impianto medioevale.

Proclamata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, Ragusa Ibla rappresenta l’anima barocca della città e di tutto il periodo artistico settecentesco.
L’altro elemento che la contraddistingue è il contesto socio-economico molto diverso dal resto dell’isola: si presenta infatti come una città dinamica e benestante, sede di numerose aziende e particolarmente viva a livello economico. Proprio per queste ragioni è stata spesso definita come “l’isola nell’isola” o “l’altra Sicilia”.
Il comparto agricolo resta comunque sempre uno dei motori trainanti della città: a livello produttivo infatti Ragusa appartiene alle Città del formaggio, dell’olio, del miele e del vino.
Ragusa è famosa anche per la presenza di tre ponti, strutture molto pittoresche e di valore storico che scavalcano la naturale vallata di Santa Domenica.
Cosa vedere a Ragusa
La visita che ti proponiamo è un viaggio a ritroso nel tempo: partendo dalla zona più nuova (quindi la più alta) ci addentreremo verso i nuclei più antichi della città.
Partiamo il nostro giro da Piazza della Libertà. Realizzata durante il periodo fascista secondo gli schemi del tempo, rappresenta oggi un importante esempio di architettura del ventennio. La piazza funge anche da anello di collegamento tra gli edifici di sviluppo urbano dei giorni nostri e i nuclei più antichi della città.
Attraversato il Ponte Nuovo iniziamo ad addentrarci nella città settecentesca. Passando per via Roma ci imbattiamo nel Museo Archeologico Ibleo che raccoglie i reperti provenienti dalla campagne di scavi condotte nel ragusano.
Proseguendo incontriamo il perno della nuova Ragusa settecentesca: la Cattedrale. Dedicata a San Giovanni Battista, è edificata su un’ampia terrazza sostenuta da un loggiato che ospita oggi attività commerciali.

Nella zona di Corso Italia si trovano alcuni interessanti edifici (non visitabili) come Palazzo Zacco e Palazzo Bertini con molteplici decorazioni nelle mensole dei balconi, putti e mascheroni.
Arrivando in fondo alla Via XXIV Maggio, prolungamento di Corso Italia, si apre come una quinta un bellissimo panorama di Ragusa Ibla. Troviamo qui la chiesa di Santa Maria delle Scale posta alla sommità di 333 gradini che uniscono la città alta a Ibla.
Raggiungiamo quindi il punto di giunzione dei due “quartieri”, Piazza della Repubblica. Domina l’intera area la Chiesa del Purgatorio la cui facciata è caratterizzata da un prezioso portale barocco. Nella parte posteriore, a fianco del campanile si snoda la Salita dell’Orologio, strettissima scalinata in cui troviamo l’unico tratto rimanente dell’antica cinta muraria.
Comincia da qui l’itinerario più rappresentativo dal punto di vista storico-artistico: un insieme di stradine che si snodano in un tracciato medievale, con molteplici scalinate più o meno ripide che generano un labirinto di inspiegabile bellezza. Il consiglio che ti posso dare per questa zona probabilmente è quello di “perderti” tra le stradine per scoprire da solo gli angoli più suggestivi.

Volgendo lo sguardo sulle innumerevoli chiese e palazzi barocchi arriviamo a Piazza del Duomo dove troviamo la Chiesa di San Giorgio. Conosciuta anche come Duomo, è uno dei monumenti più importanti della città. L’imponente facciata, articolata in tre ordini, si staglia verso il cielo anche grazie alla collocazione al vertice di una lunghissima scalinata e alla pendenza del declino che le danno un aspetto ancora più slanciato.
Si passa poi a Piazza Pola, coincidente con la piazza Maggiore delle città medievale. Durante il percorso che ci condurrà al Giardino Ibleo si incontrano numerose altre attrazioni come la Chiesa di San Giuseppe, la Chiesa San Francesco all’Immacolata e San Giorgio Vecchio.
Infine, proseguendo per Corso XXV Aprile, si raggiunge quindi il citato Giardino Ibleo. Realizzato nel 1858 nello spazio circostante alcune chiese per iniziativa di alcuni nobili, la villa è ben curata e adornata da panchine scolpite, colonne con vasi in pietra scolpite in forme diverse e una elegante balconata. La passeggiata all’interno dell’ottocentesco giardino termina ai suoi limiti, dove lo splendido scenario della vallata dell’Irminio conclude l’itinerario suggerito.